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RIVISTA N.72 - GLAUCOMA/ACUFENI/NERVI/SPONDILITE

LE TRASFUSIONI SANGUIGNE

Le trasfusioni di sangue rappresentano l’introduzione di una proteina estranea nella corrente sanguigna del paziente, ciò che rischia di generare tutti i pericoli abituali dell’anafilassi più quelli che le inoculazioni producono.
Il solo fatto che si trasfonde un sangue umano (nel passato si trasfondeva il sangue degli animali, con le conseguenze più disastrose) non cambia troppo l’immagine anafilattica, salvo in questo caso in cui l’immagine è molto più brutta. Difatti, ogni individuo possiede un sangue che gli è proprio e unico.

I GEMELLI
Il sangue più vicino nella sua composizione è quello dei gemelli e sembra in questo caso che i due organismi siano così identici che si può innestare un pezzo di pelle dall’uno all’altro, ciò che non è possibile tra due individui che non sono dei gemelli identici.
I gruppi sanguigni hanno ridotto le fatalità delle trasfusioni sanguigne in una certa misura, ma non li hanno eliminati, ed essi non hanno eliminato neanche i numerosi altri mali che conseguono da questa pratica. Quali che siano le circostanze, le trasfusioni sanguigne non sono né sensate né ragionevoli.
Si tratta piuttosto di un collocamento in scena grandiosa utilizzata dalla medicina abitudinaria, come un gesto di saggezza destinata a calmare il volgo che lo richiede. Non è la medicina che gli ha insegnato che bisognava fare qualche cosa? Importa poco ciò che si fa purché sia fatto! Per piacere al popolo e per fargli sentire che il medico è efficace, i suoi trattamenti devono essere spettacolari.
La struttura normale del sangue è legata a un numero molto vasto di bisogni definiti dalla produzione e dalla protezione del corpo. La struttura del sangue non è interamente conosciuta e più è studiata e più è trovata complessa.
Quando ci s’intromette nella composizione normale del sangue, si va verso un disturbo serio dell’equilibrio normale. Difatti, dei disturbi catastrofici possono prodursi spesso dopo l’introduzione del sangue di un’altra persona.

LE SOLUZIONI SALINE?
D’altra parte, l’utilizzazione della pretesa "soluzione salina normale " invece di una trasfusione, è ugualmente da condannare. Il sangue non è una salamoia e nessuna soluzione salina può funzionare come il sangue.
SE IL PAZIENTE MUORE DOPO UNA TRASFUSIONE, IL MEDICO DIRA’ CHE SAREBBE MORTO IN OGNI MODO, MA SE IL PAZIENTE SOPRAVVIVE, DIRA’ CHE LA TRASFUSIONE GLI HA SALVATO LA VITA!
Questa logica è erronea e non prova l’efficacia della trasfusione.

UN CASO DRAMMATICO
Abbiamo avuto qui a San Antonio un caso drammatico. Il giovane Fred Newhouse, Testimone di Geova è stato ferito gravemente in un incidente di automobile. E’ stato urtato da un camion, ha subito dei danni interni ed esterni, e uno dei suoi reni fu danneggiato. Perse molto sangue prima di arrivare all’ospedale e continuò a perdere del sangue proveniente dal rene per parecchi giorni in seguito.
I medici dichiararono che occorreva assolutamente una trasfusione di sangue per salvargli la vita. Insisterono e provarono tutti i mezzi di coercizione psicologica abituale con l’aiuto della compagnia di assicurazione. Ma avevano là un nuovo genere di pazienti. Difatti, i Testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni perché pensano che violino il comando della Bibbia secondo cui " il sangue è la vita, non lo berrai".
Newhouse persistè nel suo rifiuto delle trasfusioni.
(Con le trasfusioni sarebbe dovuto perire normalmente).
Dopo alcuni giorni, ritornò a casa. I giornalisti lo intervistarono e furono stupiti di sentirgli dire:
- le trasfusioni sanguigne non Sono così necessarie come si afferma. Penso di averlo provato.
Se gli ospedali potessero ricevere altri Testimoni di Geova, ciò sarebbe per il pubblico una buona educazione di cui c’è molto bisogno.

UN SECONDO CASO DRAMMATICO
Questo caso aiuterà a illustrare l’errore di quelli che credono che le trasfusioni sanguigne siano necessarie per salvare la vita.
E’ la storia di un paziente che ho avuto da curare.
Era un giovane uomo sano che beveva molto alcol, che fumava e mangiava tutto ciò che non bisognava mangiare. Sviluppò un’ulcera gastrica, senza modificare tuttavia il suo comportamento malsano. Non aveva nessuna fiducia nei medicinali né nella chirurgia non più che nei medici e nelle loro borse di cose, ed ecco perché non li aveva consultati.
Poi un giorno e senza avvertimenti ebbe un’emorragia dalla sua ulcera. Perse molto sangue e si dissanguò. Sanguinò fino alla sincope e si ebbe paura che non potesse sopravvivere.
I medici che furono chiamati in emergenza volevano dargli una trasfusione sanguigna. Suo padre che sapeva la diffidenza di suo figlio verso la medicina e i suoi metodi, disse:
- " Aspetteremo che mio figlio si svegli dal suo coma e che decida da sé ".
Il giovane uomo uscì dal suo coma dopo alcune ore e fu messo al corrente della situazione così come della decisione dei medici di dargli una trasfusione sanguigna.
Rifiutò la trasfusione e si lanciò in un lungo digiuno, ciò che permise alla sua ulcera di cicatrizzarsi e di ridargli una buona salute.

GLI ALIMENTI NUTRIENTI
Questo giovane uomo aveva rifiutato non solo la trasfusione, ma aveva rifiutato anche " gli alimenti nutrienti" che si pensavano necessari nei casi simili. E’ ciò che gli aveva salvato la vita. Perché se avesse consumato molti alimenti, come i medici gli avevano consigliato, ciò avrebbe impedito la cicatrizzazione, l’emorragia avrebbe persistito e con ogni probabilità ne sarebbe morto. Il riposo aveva permesso alle strutture dello stomaco di ripararsi e di cicatrizzarsi.
Aveva bisogno di consumare degli alimenti per costruire il sangue? Non aveva bisogno di alimenti per sostenerlo mentre rigenerava il suo sangue? Non aveva bisogno di alimenti per avere dei materiali di riparazione affinché la sua ulcera potesse cicatrizzarsi? Certamente.
Tuttavia, aveva delle quantità sufficienti di alimenti immagazzinati nei suoi stessi tessuti dai quali poteva tirare, e con meno consumo che se avesse tratto i materiali necessari dagli alimenti.
Difatti, la carne umana, (vale a dire i materiali immagazzinati) quando è assorbita, costituisce il materiale più disponibile per costruire il sangue quando lo si è perso.
La prova si ritrova anche nel caso del paziente anemico che subisce un digiuno e ricostruisce il suo sangue.

IL SANGUE DEGLI ALTRI
Il corpo costruisce il suo stesso sangue e rigetta il sangue degli altri. Difatti, le cellule sanguigne così come il plasma sanguigno degli altri, sono eliminati velocemente dal corpo dopo una trasfusione. Ciò non si fa tuttavia, abbastanza velocemente da evitare i danni provocati dall’iniezione di proteine estranee. Difatti, si subisce una certa distruzione dei globuli rossi del paziente come conseguenza della trasfusione.
Come tutte le procedure mediche, questa è cattiva. - Dal dottor Shelton, tradotto da A. M.

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