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perfusioni

Nuova pagina che presenta la sintesi dal n,2 di Le bon guide...



NOCIVITÀ DELLE PERFUSIONI

Una vecchia era stata ricoverata a causa di un grosso foruncolo che fu tolto con l'aiuto di un'operazione.  Le furono somministrate delle iniezioni di antibiotici e un'anestesia. Un innesto della pelle fu fatto e la paziente fu sottomessa ad una sonda gastrica, sotto perfusione al glucosio per "nutrirla".
Cadde nel coma e i medici persero ogni speranza di salvarla.
La perfusione, la sonda e tutti i trattamenti furono fermati allora, come ultima risorsa. Gli si diede solamente dell'acqua, per evitare ogni disidratazione.
Dopo tre giorni, abbandonata e senza trattamenti, con sorpresa del chirurgo indispettito la paziente ritornò alla vita senza nessun problema.
Da allora, parecchi anni sono passati e vive sempre vivacemente.
Era stato necessario che si cessassero tutti i trattamenti nocivi che hanno rischiato di ucciderla, che si cessa di cosiddetto " nutrirla per erfusione ", affinché il suo corpo alleggerito, trovasse nelle sue ampie riserve di che cosa nutrirla, guarirla e farla rivivere.
Le perfusioni non nutrono. Avvelenano, perché non contengono degli alimenti naturali. Solo sostanze artificiali e nocive.
Il digiuno, aveva detto il dottor Bertholet, è un'operazione senza coltello. La Natura fa meglio della medicina.
Dopo un digiuno, le perfusioni possono rivelarsi fatali, mortali per i malati gravi; a meno che siano ridotte ad una dose da bambino. Il corpo non è pronto a riceverne una forte dose, salvo progressivamente, come per il cibo.
Secondo la dottoressa Vetrano, le perfusioni sono utili solamente nel coma prolungato. Difatti, il corpo possiede delle riserve nutritive che bastano da 2 a 7 settimane.

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