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RIVISTA N.60 - FERITE / ULCERE

LE FERITE & LE LORO CURE

Ho scritto poco sulle ferite, non perché l’argomento sia senza importanza, ma perché i feriti accorrono di solito dal chirurgo alla più piccola ferita e perché ho poca esperienza con esse.

Ricevo spesso delle lettere che mi chiedono come curare le ferite e, perciò, mi accontentavo di rispondere loro per lettera. Forse un breve articolo sulle cure delle ferite sarebbe interessante e istruttivo per i miei lettori.


COSA CICATRIZZA LE FERITE?

La prima cosa che il lettore deve comprendere è che non esiste lozione, né pomata, né nessun altro agente o procedura che si possa applicare dall’esterno che possa sanare una ferita.

La cicatrizzazione è difatti, esclusivamente un processo vitale e niente all’infuori dell’organismo vivente può cicatrizzare checchessia. Talvolta, leggiamo un articolo sulla cicatrizzazione naturale delle ferite.

Ora, bisogna sapere che non esiste nessun altro genere di cicatrizzazione delle ferite o di tutt’altro.

Se il corpo non avesse il potere di sanare le sue ferite, nessun chirurgo avrebbe osato amputare un membro o aprire un petto o un addome, perché egli non ha niente che possa compiere il lavoro della cicatrizzazione.

La seconda cosa che bisogna comprendere sulla cicatrizzazione delle ferite è che il processo è automatico e che comincia immediatamente appena ci si ferisce.

La cicatrizzazione non ha bisogno che la si esorti. L’esercizio del potere di cicatrizzazione è costante tanto quanto il bisogno di questa cicatrizzazione.

Che siano una ferita o una cosiddetta malattia, il processo curativo comincia al momento stesso della prima deviazione dal normale, fosse minima, ed esso continua finché c’è un bisogno di cicatrizzazione o la morte mette fine al processo.

La cicatrizzazione si compie con l’aiuto degli stessi processi di creazione e di rigenerazione che avevano costruito prima di tutto il corpo. Il potere del risarcimento è quello della creazione e il potere della produzione è quello della riproduzione.

La terza cosa da comprendere è che l’efficacia del processo della cicatrizzazione dipende dal vigore e dalla purezza dell’organismo ferito.

I tessuti di un uomo veramente sano si cicatrizzano più velocemente e in modo più soddisfacente di quelli di un malato.

Più un organismo è carico di scarti accumulati e più lentamente si cicatrizzerà. Se si è molto intossicati e non si corregge lo stile di vita, le ferite non possono cicatrizzarsi mai e suppurare durante anni. Se no, si può morire se la ferita è grave.


UNA STORIA VISSUTA

Qualche anno fa un uomo di 85 anni era stato portato nel mio stabilimento. Era stato ferito alla coscia con uno scalpello e si era instaurato un cosiddetto avvelenamento del sangue ".

Era stato trasportato all’ospedale con la sua coscia gonfia e rossa dal ginocchio all’inguine e molto indolenzita. Per salvare la sua vita, all’ospedale si voleva tagliare la sua gamba. Rifiutò e chiese di essere portato nella mia Istituzione.

Fu messo a letto e sottoposto a un digiuno di 60 giorni. Il suo preteso avvelenamento del sangue " si dissipò, il gonfiore della coscia sparì e la ferita si cicatrizzò. I suoi amici che non avevano sperato mai di rivederlo vivo, erano stupiti dall’aria radiosa del ferito.

Si sentiva e sembrava più giovane. Anche l’infermiera che lo curava prima della sua venuta da me era sbalordita per il suo ristabilimento insperato.

Non ho utilizzato alcun antisettico, alcuna medicazione, non ho dato penicillina né alcun antibiotico, né siero antitetanico, alcun vaccino, né anodino, né analgesico.

Se fosse stato più giovane, si sarebbe ristabilito più rapidamente e non avrebbe avuto bisogno di un digiuno tanto lungo. I tessuti di un uomo vecchio non si rinnovano, difatti, tanto velocemente quanto quelli di un giovane.

Non ho utilizzato alcun impacco umido, ma ho pulito la ferita dall’esterno due volte il giorno.

E’ importante quando si subisce una ferita restare immobili finché la ferita si sia ben richiusa. La Natura richiude le ferite con l’aiuto di un coagulo di sangue e ogni movimento, soprattutto quello della ferita, impedisce alla ferita di richiudersi.

Si può perdere anche molto sangue in questo modo. Anche un movimento leggero durante la costruzione della chiusura può generare una perdita di sangue supplementare.

Se il ferito resta immobile, il lavoro di chiusura e di cicatrizzazione della ferita possono proseguire con molta efficacia.

Questa immobilizzazione è tanto importante per i sanguinamenti interni. Quando si muovono i pazienti, o li si trasporta in un’ambulanza, li si getta a tutta velocità e con molto rumore in un’automobile di pompieri, verso l’ospedale o qualsiasi altra azione che fa credere che si fa qualche cosa, si uccidono centinaia di feriti ogni anno che, diversamente, si sarebbero ristabiliti se li si fosse lasciati tranquilli.


I MATERIALI DELLA CICATRIZZAZIONE

I materiali della cicatrizzazione e di risarcimento sono già sottomano nell’organismo ferito. I processi coi quali questi materiali sono utilizzati sono i processi della vita. Ma ciò che è di uguale importanza, è che il lavoro di cicatrizzazione può avverarsi con la più grande facilità e con soddisfazione solamente se il processo non è disturbato in alcun modo.

Ora, ho scoperto da molto che gli antisettici disturbano la cicatrizzazione. Difatti, distruggono le nuove cellule man mano che si formano, esattamente come uccidono i microbi.

Questo fatto nessun chirurgo lo contesterà. Ho visto anche gli antisettici distruggere le cellule che formavano la parete della ferita così che la ferita si allargava. Li ho visti danneggiare i tessuti dei dintorni fino a distruggerli. Sono convinto che sono responsabili di parecchie morti.


IL TABACCO

Sottolineiamo spesso l’effetto nocivo del tabacco sulla cicatrizzazione. Difatti, il tabacco abbassa la temperatura delle estremità, perché occasiona una costrizione dei vasi sanguigni e rallenta così la circolazione.

E’ probabile che la stessa cosa si produca nella circolazione al cervello, il che è responsabile della perdita della sensibilità dei fumatori.

Abbiamo incontrato spesso dei fumatori lamentarsi di mani e di piedi freddi e che, dopo avere abbandonato il tabacco, non soffrivano più in questo modo.

Nei film e nell’esercito, la prima cosa che un ferito chiede è una sigaretta e gliela si dà subito. Certo, gliela si porta anche se non la chiede. Forse è data e chiesta per l’effetto narcotico della nicotina, ma ciò disturba anche la cicatrizzazione.

Non vado a soffermarmi con le malefatte dell’avvelenamento dalla nicotina. Tutti i trattamenti dei feriti, i medicinali, i sieri, i vaccini eccetera, sono altrettanto nocivi. Non c’è bisogno di applicare queste cose direttamente sulle ferite per nuocere al processo della cicatrizzazione.

Gli anestetici e i medicinali antidolore sono altrettanto nocivi al processo della cicatrizzazione quanto il tabacco.

La parte più importante del trattamento delle ferite, è un lasciar andare intelligente.

Un paziente mi ha chiesto recentemente se una ferita doveva essere lavata continuamente finché non smetteva di sanguinare. Quando ero nell’esercito nel 1917-18, un sergente della mia compagnia aveva sviluppato un sanguinamento dal naso.

Lavava il suo naso e si soffiava sempre il naso per lavare il sangue. I sanguinamenti continuavano. Era spaventato perché i sanguinamenti non cessavano.

Gli spiegai che impediva al sangue di formare un coagulo lavando e soffiandosi sempre il naso. Gli dissi di lasciare la ferita senza toccarla e che avrebbe smesso di sanguinare.

Gli dissi anche che poteva lavarsi il viso più tardi. Seguì il mio consiglio e subito il sanguinamento cessò.

Se una ferita è sporca bisogna pulirla, ma non continuamente, perché la pulizia continua impedisce la chiusura della ferita e l’avvio del lavoro di risarcimento.

Uno dei miei pazienti pensava che le ferite dovevano essere mantenute al caldo nell’acqua tiepida. Ma anche ciò impedisce la formazione del coagulo e finirà con la perdita di molto sangue.

Le ferite si cicatrizzano meglio quando sono al caldo, ma non bisogna immergerle in un catino di acqua tiepida.

Il riposo della ferita è essenziale se la cicatrizzazione deve proseguire come si deve. Ogni movimento di questa parte tende ad impedire il lavoro di riparazione. Se la ferita è grave con un forte dolore, il paziente dovrà digiunare.

Un forte dolore sospende le secrezioni di succhi digestivi. Quando si nutre un tale paziente si fanno solamente aumentare le sue noie.

Se le cellule del ferito sono degradate da anni di vita malsana, così che non sono capaci di fare delle riparazioni e una rigenerazione, o non possono effettuare il loro lavoro che lentamente, allora il digiuno deve essere più lungo.

Per ritornare all’uomo di 85 anni che aveva digiunato 60 giorni, il rinnovo delle cellule in un uomo di questa età è ben più lento che se avesse 20 anni.

Il suo fardello di tossiemia accumulata è più pesante. Ebbe bisogno di un lungo digiuno per ottenere dei buoni risultati.

Si potrebbe pensare che gli alimenti sono necessari per sanare le ferite, e che i feriti non solo dovrebbero mangiare, ma che devono mangiare più di una persona normale. Si potrebbe insistere anche che devono consumare un regime ricco di proteine.

Ciò sembra ragionevole, ma alla superficie solamente, perché abbiamo trovato con l’esperienza che il ferito che digiuna risana più rapidamente la sua ferita di quello che mangia, a parità di ogni altra cosa.

I materiali alimentari sono necessari per riparare una ferita, ma questi materiali esistono già (predigeriti) nell’organismo.

I dottori Tilden e Dewey avevano osservato che durante la cicatrizzazione i feriti gravi, manifestavano una perdita di volume muscolare costante come il volume del sangue aumenta, ciò che permette di concludere che il sangue era stato tirato per fare fronte all’emergenza.

aveva sottolineato che i pazienti nutriti perdevano tanto quanto quelli che non lo erano, ciò che indica che l’alimentazione non salvaguarda i muscoli del paziente.

Le ferite gravi sono accompagnate da una forte perdita di sangue e da uno shock profondo. Perciò, la vittima è raffreddata. Bisognerebbe mantenerla al caldo dunque. Non bisogna dargli degli stimolanti, né delle trasfusioni sanguigne.

Secondo il dottor Tilden: " Quando i pazienti che hanno subito uno shock muoiono a dispetto dei migliori chirurghi, forse muoiono a causa dello shock, ma abitualmente muoiono a causa degli stimolanti, della morfina, delle trasfusioni sanguigne, dell’anestesia o dell’avvelenamento da tabacco.

Una delle meraviglie della chirurgia moderna è che i registri della mortalità menzionano sempre come causa lo shock, mentre dovrebbero menzionare le procedure " antishock ".

In un articolo sulle ferite, James C. Thomson della città di Edimburgo sottolinea che " nei tessuti, le attività per normalizzarli e risanarli proseguono che il paziente sia cosciente o incosciente ".

Sottolineando questo fatto, fa notare che le misure per " stimolare " il paziente sono nocive. Proseguono a dispetto dei narcotici, dell’anestesia eccetera, altrimenti non ci si potrebbe ristabilire mai dallo stato di narcosi e di anestesia, sebbene il paziente sia inibito in questi stati.

Lo stato di semi coscienza o di incoscienza totale di un ferito grave non è uno stato negativo. Rappresenta una delle tecniche brillanti della Natura in vista di un semplice dispiegamento dell’energia nervosa.

E’ un eccellente esempio di ciò che Dorothy Parker aveva descritto come " un silenzio in cui delle cose accadono.

Più il ferito è coccolato, più è mosso e spostato, più la ferita è disturbata e più il processo di cicatrizzazione è ritardato.

Non sono partigiano del bendare una ferita, preferisco lasciarla all’aria e alla luce. Se la ferita è grave, raccomando di avvicinare i lati, di mantenerli con l’aiuto di una cucitura e di un nastro adesivo purché il drenaggio sia adeguato.

Quando si utilizzano gli antisettici e si benda la ferita, il drenaggio diventa incompleto e si ritarda o impedisce la cicatrizzazione.

Il riposo, il caldo e la pulizia sono tutto quello di cui si ha localmente bisogno di valido.

Thomson ci racconta che durante l’offensiva aerea nazistica durante la grande guerra, si salvavano spesso delle persone seppellite sotto le rovine dei palazzi sfondati dalle bombe.

Questi infelici erano seppelliti per giorni senza cibo né acqua e senza riscaldamento. Parecchi erano in uno stato di semi coscienza.

Li si era rianimati " con gli stimolanti e del tabacco. Le immagini ci mostravano le ambulanze che li soccorrevano, mentre stringevano la mano e discutevano coi loro salvatori...

Tuttavia, l’informazione aggiungeva che " morirono nell’ambulanza sulla strada dell’ospedale.

Sono d’accordo con Thomson che tutti questi sforzi esasperati per stimolare i pazienti sono fatti per tranquillizzare la famiglia e il pubblico.

I medici devono sempre fare qualche cosa, qualsiasi cosa, per impressionare il pubblico con la loro importanza, perfino con la loro assistenza indispensabile.

E’ meglio che il paziente muoia piuttosto che di intrattenere l’idea che si può fare a meno dei medici.

Si sa, in generale, che le ossa giovani si saldano più rapidamente e che le ossa rotte delle persone vecchie spesso non si saldano.

E’ un esempio drammatico dell’importanza dello stato delle cellule nella cicatrizzazione delle ferite, e ciò si applica tanto bene all’osso che ai tessuti molli.

Tuttavia, non si sa che lo stato dei tessuti può modificarsi con l’eliminazione della tossiemia, una migliore nutrizione e la restaurazione dell’energia nervosa.

Il digiuno, un’alimentazione sana, il riposo, l’astinenza da sostanze malsane come il caffè, il tabacco, l’alcol, eccetera, così come l’equilibrio emozionale, tutto ciò aiuta a restaurare uno stato più sano delle cellule e dei tessuti, e accelera la cicatrizzazione.


PER RIASSUMERE

Le ferite aperte devono essere pulite e bisogna badare che non siano contaminate. Bisogna assicurare anche il drenaggio.

Il freddo impedisce la cicatrizzazione mentre il caldo la favorisce. E’ importante che il ferito sia al caldo e che eviti una ripresa prematura dell’attività, o con gli stimolanti.

Gli stimolanti non riscaldano, in effetti. Le coperte e un caldo artificiale sono dei mezzi logici per mantenere al caldo il ferito. - Dal Dr Shelton, tradotto da A. M.





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