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Rivista numero 3
COME HO SALVATO LA MIA VISTA
La mia storia risale a quasi 2 anni quando tre oculisti sono restati sordi alla mia chiamata. Ciò che mi ha portato a consultarli, sono i seguenti sintomi:
1) un forte abbassamento dell’acutezza visuale, ciò che è molto imbarazzante per la mia professione di infermiera soprattutto la notte,
2) un velo,
3) delle " mosche volanti.
Il primo mi prescrisse delle gocce, ma nessun miglioramento. Mi disse che non si vede niente e che ciò andrà. Non ha cercato la causa.
Non convinta, mi rivolgo a un altro oculista. Stessa cosa: " ciò va e se dovete farvi operare, tale optalmo è molto buono ".
Sempre imbarazzata nella mia vita professionale, andavo a consultare un terzo oculista che non trova nessuna anomalia.
Allora, mi dico: hai annoiato abbastanza i medici, sei pazza, non hai niente ".
Ma mi preoccupavo enormemente perché la vista è ugualmente preziosa.
Ritorno dal mio primo oculista che trova una congiuntivite. Dopo una settimana, vado di nuovo al suo gabinetto per una perdita della metà della vista nella parte esterna sinistra, con in più, delle " mosche volanti". Dopo un’attesa di 4 ore nel suo gabinetto, venne il mio turno.
E dopo una lunga consultazione, esclamava:
- " Ecco ciò che temevo, avete uno strappo. Bisogna partire immediatamente per la capitale regionale, siete giovane, è urgente. "
Grande fu il mio stupore perché questo medico mi trattava da già molto tempo e quando gli chiedevo la causa, non la sapeva.
Su questo, partenza in catastrofe al mese di marzo all’ospedale. Si trova una sindrome infiammatoria troppo importante. Non si può operare subito. Una settimana di regime senza sale, perfusioni di cortisone. Fui dunque operata in tre ore, con dolori atroci per quindici giorni, oltre all’insonnia.
Dopo un mese, nuova operazione perché è un distacco della retina!
Sono dovuta restare 3 mesi in convalescenza.
Di ritorno nel mio paese, le cose non si aggiustano: sofferenza su sofferenza fino al giorno in cui decidevo di tornare in Francia.
Il chirurgo era sorpreso di vedere il mio occhio in questo stato.
Poi un giorno che ficcanasavo da un libraio nelle riviste mediche, scoprii un libro: " Digiunare per Rivivere ". Non mi sono potuto astenere dallo sfogliarlo per quindici minuti senza rendermene conto. Di colpo, l’acquisto ed entro in contatto con l’autore Mr Mosséri. Fu preso l’appuntamento e feci una prima cura di digiuno di dieci giorni, ahimè troppo corta.
In breve, non mi crederete, ma al quarto giorno l’edema del mio occhio era diminuito e niente più dolori. Ci si sente molto leggeri, senza stress, riposati. Elimino bene. Temevo di non potere sopportarlo, ma tutto accadde bene.
Prendo in considerazione una seconda cura in seguito. - Un’infermiera di La Martinica. -

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