NO ALLA STIMOLAZIONE DELLE ENERGIE
Il
Dr Trall metteva in guardia senza tregua i suoi studenti contro il consumo
energetico inutile dei loro malati.
Insisteva
sempre per la conservazione delle energie dei malati con qualsiasi mezzo, ed
estese questa idea per includere anche il periodo della convalescenza.
Per
tutte le malattie acute, quando la crisi è passata, anche se si incontra un
leggero ritorno della febbre, bisogna allentare o fermare il poco trattamento
dato, soprattutto sotto forma di applicazioni idroterapiche che si utilizza.
Diceva
che parecchi pazienti sono stati uccisi, per un trattamento troppo eroico dopo
il passaggio dell'azione critica.
Insisteva
" che non si facesse nessuna richiesta supplementare alle forze del
paziente " durante il periodo che segue la crisi.
Applicava
le stesse regole di conservazione delle energie per i deboli, che siano in
buona salute o malati, pur ricordando ai suoi studenti, e ripetendo loro senza
tregua, che il solo capitale di cui disponevano era la vitalità del paziente, e
che sciupandolo diminuivano le sue probabilità di ristabilimento.
Nessuna
parte dell'organismo del malato deve mai essere derubata.
CONSERVARE
LE ENERGIE
Il
segreto nella pratica dei dottori Jennings, Walter, Tilden, Weger e altri che
hanno avuto tanti successi splendidi nelle cure dei malati, fu la conservazione
delle energie.
Nessuno
di questi uomini valorosi ha cercato di guarire la malattia. Hanno riconosciuto
piuttosto che il ristabilimento è fatto dall'organismo stesso.
Hanno
riconosciuto anche tutti che la sovralimentazione, l'eccesso di bagni, di sole,
di esercizi ritarda o impedisce il ristabilimento per lo spreco delle energie
vitali.
Avevano
riconosciuto tutti questa verità evidente che gli sforzi correnti per
fortificare i malati sciupavano la loro forza, e che più il paziente è debole,
più questi metodi diventavano nefasti.
È
particolarmente rischioso anche dare al paziente " degli alimenti
nutrienti per "fortificare”.
Ciò
era stato sottolineato anche dal Dr Dewey e da Hereward Carrington.
Gli
stimolanti, qualunque sia il loro carattere, logorano sempre e devono essere
evitati.
Più
il paziente è debole, meno può sopportare i costi della stimolazione.
Parecchi
medici hanno compreso e hanno affermato che in casi di grande debolezza e di
prostrazione c’è un grande bisogno di conservare le forze (LBG 4).
LA
MALATTIA ACUTA, COSA È?
La
malattia acuta è un'azione, spesso violenta.
La
tosse, la diarrea, l'urina abbondante, la temperatura elevata, l'infiammazione,
la respirazione veloce, il polso accelerato, il dolore intenso e altri "
sintomi " simili, rappresentano un'attività aumentata del corpo.
A
guisa di compensazione, quando tali azioni violente proseguono, diventa
essenziale ridurre l'attività in altri campi.
Bisogna
riconoscere che la Natura, per spendere da un lato deva ridurre l'attività
dall'altro.
Ecco
perché osserviamo una prostrazione, una digestione sospesa e altre riduzioni
funzionali, in quanto misure di conservazione.
Certo,
più l'attività di una parte del corpo è violenta, più si ha bisogno di ridurla
in altre parti.
Come
illustrazione di questa compensazione, vediamo il periodo prolungato di
rilassamento e di sfinimento che segue le convulsioni violente.
Se
si vuole che l'organismo malato non distrugga sé stesso con i suoi sforzi per
liberarsi delle tossine accumulate, le sue energie devono essere conservate
rigorosamente con tutti i mezzi possibili.
Il
cibo, i medicinali (che siano degli stimolanti o dei calmanti o degli "
specifici "), il rumore, la luce viva, la manipolazione del malato, i
massaggi esauriscono le energie.
I
bisogni essenziali sono il caldo, la calma, l'aria pura e l'acqua, secondo la
sete, ma gli alimenti no.
LE
MISURE DI FORCING
Le
misure che fermano la diarrea, o che costringono gli intestini ad evacuare in
caso di stipsi, le misure per fermare la tosse che libera i passaggi
respiratori, le misure per combattere la febbre o per " alleviare "
il dolore, per fermare i vomiti, - tutte queste misure sono distruttrici della
vita. Sciupano l'energia invece di conservarla. Sopprimono la purificazione e
ritardano o impediscono il ristabilimento.
LA
MALATTIA CRONICA, CHE COSA È?
La
malattia cronica è dovuta a una provocazione cronica.
È
anche il risultato della soppressione di una malattia acuta.
In
ogni caso, rappresenta uno stato ridotto del corpo.
Con
l'enervazione esistente, e che non può essere rimediata che con le misure
conservanti, si ha anche una tolleranza verso la saturazione tossica.
La
persona cronicamente malata è legata alla sua tossiemia, esattamente come
l’assuefatto al tabacco e alla morfina è legato alla nicotina e alla morfina.
Questa
persona manifesta un'azione critica (una malattia acuta) solamente quando la
sua tossiemia supera il punto di tolleranza stabilita.
Questo
paziente è vivente solamente a metà; muore lentamente, man mano che la
saturazione si alza lentamente per corrodere i suoi tessuti e distruggere i
suoi organi.
Stimolare,
" svegliare ", " incitare " con la forza un tale paziente
con le misure in voga come quelle della medicina chimica o naturale, può
solamente snervare di più il paziente e produrre ancora più tossiemia.
LE
COMPLICAZIONI
Difatti,
con questi trattamenti intempestivi, si può osservare un indietreggiamento
dello stato dei malati che passano da una complicazione all'altra, man mano che
l'enervazione diventa più profonda e la saturazione tossiemica più elevata.
Se
questi pazienti non dormono, se sono nervosi, se hanno dei dolori, se
tossiscono, se hanno una dissenteria, un raffreddore da fieno, della stipsi,
una diarrea intermittente, delle traspirazioni notturne, tutti i medicinali per
sopprimere o per palliare questi sintomi aumentano l'alterazione del corpo.
Gli
estratti ghiandolari, le vitamine in pillole, i vaccini ecc. che si danno,
producono le noie che sono loro propri.
Sappiamo
che i sonniferi producono più insonnie;
• che i lassativi peggiorano la stipsi;
• che i medicinali contro l'indigestione
alterano la digestione;
• che i medicinali contro il nervosismo
aggravano lo stato dei nervi;
• che i medicinali dati per "
alleggerire " la difficoltà di respirare dall'asmatico non guariscono
l'asma e peggiorano lo stato del paziente.
Un
sollievo temporaneo di questo genere è un sollievo pagato caro.
Non
è permanente; non sopprime la causa e non fornisce nessuna condizione della
salute. Sciupa definitivamente l'energia nervosa e aumenta la tossiemia
esistente.
Invece
di conservare le energie il cui bisogno è fondamentale, questo sollievo
incoraggia degli sprechi supplementari.
Difatti,
se il malessere scoraggia l'attività, mostra che è conservante.
Dall'altro
lato, la palliazione, alleggerendo i malesseri incoraggia l'attività.
Difatti,
se il paziente è debole e gli si danno degli stimolanti, si realizzano gli
sprechi.
I
PROCESSI NATURALI DI RECUPERO
Il
riposo, il sonno e il rilassamento - ecco i grandi processi rappresentativi
della Natura per il recupero.
L'attività,
la sovreccitazione, la stimolazione - ecco i processi che rappresentano lo
spreco.
Fino
a quando ricercheremo un'energia supplementare con i processi dello spreco?
della stimolazione?
Fino
a quando prenderemo gli sprechi energetici supplementari per un aumento della
forza?
Quando
apprenderemo la lezione vitale che la stimolazione conduce allo sfinimento,
mentre produce un'attività aumentata, dunque uno sciupio?
Niente
può aumentare le energie disponibili dei malati cronici quanto il riposo mentale,
fisico, sensoriale e fisiologico.
La
sola procedura logica, è di interrompere il consumo e di accumulare l'energia.
Ridurre
le attività fisiche, sensoriali e mentali, come pure le attività digestive,
permette l'aumento dell'escrezione.
La
purificazione organica per rinvigorire è il risultato delle stesse misure
conservatrici dell'energia.
Parecchi
medici sono d’accordo che il riposo mentale, fisico e sensoriale è benefico per
la malattia cronica, ma confutano il riposo fisiologico (il digiuno) in questi
stati.
Alcuni
di questi medici ammettono il digiuno per le malattie acute, ma non pensano che
sia utile nelle malattie croniche.
Ma
questi medici sono in contraddizione con Madre Natura stessa.
Quelli
che sono cronicamente malati si lamentano difatti, correntemente di due noie.
Il
primo, è che hanno perso " l'appetito ", poi vi diranno che "
tutto ciò che mangiano si trasforma in gas ".
Ora,
ciò indica che la digestione è alterata o quasi sospesa.
D’altra
parte, la prontezza del corpo ad accettare il riposo fisiologico è provata
dall'assenza di appetito fin dall'inizio del digiuno.
In
altri casi, si prova fin dall'inizio del digiuno un desiderio apparente di
mangiare, ma non per molto tempo poi il corpo inizia velocemente un processo di
eliminazione e questo desiderio sparisce.
In
ogni caso, il risultato estremo del digiuno attesta del suo valore.
Peraltro,
distinguiamo tra la vera fame e i semplici appetiti.
La
vera fame è una richiesta fisiologica autentica per il cibo, mentre l'appetito
è una contraffazione, un desiderio per le spezie, gli stimolanti, il tabacco,
l'oppio, ecc.
Notate
che chi si ubriaca di cibo soffre degli stessi sintomi quando è privato delle
sue pietanze piccanti abituali, del suo caffè, come il drogato quando è privato
della sua droga abituale.
Quando
l'ubriacone alimentare è sottoposto a un digiuno, prova i " crampi della
fame ", dei mal di testa, talvolta un poco di febbre, irritazione e un malessere durante i primi
tre o quattro giorni.
Può
provare anche le seguenti crisi durante il digiuno che enumero per ordine di
frequenza:
1)
la nausea e i vomiti sono i più correnti;
2)
poi, è la diarrea;
3)
e in ultimo, sono le eruzioni cutanee.
Tutte
queste crisi sono di eliminazione.
Sebbene
possano essere noiose e sgradevoli, non bisogna disdegnarle.
I
TRATTAMENTI
Quando
si trattano i malati, che siano acuti o cronici, per ogni tipo di stimolazione
o di depressione, non si permette il riposo e il recupero.
Per
esempio, quando si svegliano i pazienti che dormono profondamente per dare loro
un " medicinale " o per fare loro un bagno, delle manipolazioni, o
rilevare la loro temperatura o il loro polso, per i massaggi, i trattamenti
elettrici all'ora stabilita, - non si permette loro di approfittare del riposo e
del sonno di cui hanno tanto bisogno. Ho conosciuto anche dei malati che
venivano svegliati per dar loro un sonnifero!
I
BAGNI DI SEDIA
All'inizio
della sua carriera in una casa naturopatica, Shelton faceva spesso ricorso al
bagno di sedia (caro a Rika Zaraï e a Raymond Dextreit, il suo maestro. - A.
M.). Alternava i bagni caldi e i bagni freddi. Poneva il paziente, che aveva
bisogno di riposo più che di altro, in un bagno di sedia caldo per tre minuti.
Poi, lo portava fuori e lo poneva in un altro bagno di sedia, ma freddo, per un
minuto. Poi, lo ricollocava nel bagno di sedia caldo per tre minuti, poi nel
bagno di sedia freddo per un minuto.
Ripeteva
ciò tre volte. Infine, l'avvolgeva in una coperta e lo mandava a letto. Ne
aveva molto bisogno dopo tutto ciò.
IL
GABINETTO ELETTRICO
Là,
poneva il paziente in un gabinetto elettrico e girava il bottone. Traspirava e
il suo sudore colava sul suo corpo a rivoli. In fondo al gabinetto, l'acqua si
accumulava al fondo. La sua testa superava solamente il gabinetto e per momenti
gli si dava da bere dell'acqua fresca, mentre un tovagliolo freddo cingeva la
sua testa.
Dopo
tutta questa traspirazione, lo si portava fuori e si faceva colare uno zampillo
di acqua fredda lungo la sua spina dorsale e sul suo corpo. Lo si asciugava
poi, e lo si mandava a letto, cinto di una coperta, - ne aveva anche molto
bisogno.
La
stimolazione termale prodotta da queste due procedure idroterapiche era forte
quanto quella prodotta dalla stricnina o da un cognac. Il grido " al fuoco
" durante la notte non avrebbe svegliato altrettante energie.
Queste
procedure sono evidentemente uno spreco che snerva il corpo e ritardano il
ristabilimento.
UN
DIVERTIMENTO?
Il
direttore di questo stabilimento in cui lavorava considerava queste procedure
come un divertimento piuttosto che dei processi curativi. Era convinto fermamente
che i pazienti avessero bisogno di divertimento e aveva ben l'intenzione di
procurarlo loro, tanto quanto lo permettevano le sue finanze.
Questa
istituzione aveva un più grande ventaglio di divertimenti per i malati e
riceveva più pazienti che tutti gli altri.
Ora,
bisogna sapere che un divertimento di questo genere sciupa molta energia, visto
che le risorse dei malati cronici sono limitate.
È
vero che si sentono meglio attraverso la stimolazione, ma l'illusione sparisce
quando segue la reazione.
Difatti,
la depressione che segue è proporzionale alla stimolazione generata dal
passaggio dal freddo al caldo (LBG 4).
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