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RIVISTA N.13 - ARTERIOSCLEROSI/FLEBITE/VARICI

LE ARTERIE TAPPATE E LA CANCRENA AL PIEDE

Aveva 70 anni, avvocato bulgaro. Pesava 106 chili per un’altezza di 1,72 m. I suoi piedi gli facevano male giorno e notte.
Siccome era un adepto del digiuno, e siccome aveva letto il libro del Dr Shelton sul digiuno, aveva digiunato spesso nella sua vita, assumendo una purga e dei clisteri.
Fu allora che iniziò a digiunare una nuova volta per rimediare ai suoi problemi di dolori ai piedi. Smise di fumare.
Verso l’undicesimo giorno, sua moglie che faceva il medico, ebbe una crisi nervosa violenta. Lui ne era turbato e tormentato. Lei aveva paura per la sua salute e per la sua vita. Voleva che lui entrasse in ospedale per subire ogni tipo di esami.
Di fronte a tutte queste pressioni, accettò tutti gli esami all’ospedale, ma non volle subire l’operazione.
Gli si praticò un’arteroscopia e si scoprì che le vene di tutta la parte del corpo che va delle anche ai piedi erano quasi tappate dalle placche.
Lo stesso esame per l’arteroscopia del busto rivelò un’aorta oltremodo dilatata, così che la pressione sanguigna era assorbita da questo gonfiore, ciò che impediva al sangue di essere spinto correttamente verso i piedi.
Le dita dei piedi avevano dei punti neri, come un inizio di cancrena.
Aveva un poco di diabete, ma non prendeva rimedi.
In principio, il chirurgo esitò. Voleva porre un’aorta artificiale al cuore innestandola. Per il basso del corpo, un bypass doveva bastare. Ma gli esami rivelarono un vecchio infarto che vietava ogni operazione maggiore.
E poi, le analisi sul cuore non erano senza rischio, secondo i termini stessi del chirurgo.
Difatti, una statistica medica ha rivelato che il 30% degli operati di cuore morivano nei 6 mesi che seguivano l’operazione.
E’ a questo stadio che suo figlio mi telefonò per avere il mio parere.
L’ascoltai attentamente, poi gli dissi che doveva subito tirare fuori suo padre dall’ospedale per portarlo da me.
Aveva digiunato 11 giorni a casa sua, poi aveva trascorso 3 giorni all’ospedale per ogni tipo di esami. Gli si fece una fleboclisi, delle punture di morfina per calmare i suoi dolori. Prese uno yogurt, dei maccheroni, ecc. Questo digiuno fu, dunque, interrotto da questi alimenti.
- E per i dolori, che cosa proponete? mi chiese suo figlio al telefono.
- Deve sopportarli. Sono sicuramente meno penosi di un mal di denti. In ogni modo, il corpo secerne le sue proprie sostanze per attenuare i dolori: sono l’endorfina e un’altra sostanza.
Arrivò, dunque, da me un sabato sera, accompagnato da sua moglie medico e da suo figlio.
Lo sottoposi subito ad un digiuno.
In una settimana, perse 6 chili. I dolori si attenuarono. Immergeva i suoi piedi in una bacinella di acqua fredda ogni tanto. Andava di bene in meglio.
- E se l’operazione maggiore fosse riuscita? chiedevo a suo figlio. Avete pensato al seguito? Che cosa accadrebbe dopo 3 mesi, dopo 6 mesi? Le stesse cause avranno gli stessi effetti e lui avrà altre noie dello stesso genere.
Bisogna lasciar fare la Natura. Farà sciogliere le placche che tappano le vene e le arterie. I coaguli sono sciolti anche naturalmente senza medicinali.
Il suo piede destro presentava un leggero edema. Sua moglie medico temeva che perdesse il mignolo del piede destro che aveva una macchia nera, tipo cancrena.
Come l’ho segnalato, aveva l’abitudine di immergere i piedi per 2 minuti in un catino di acqua fredda, per attenuare i dolori. Ma io gli proibii di farlo, per favorire la circolazione. Difatti, il dolore è una chiamata di sangue, il gonfiore anche.
E le macchie nere rappresentano una cattiva circolazione, del sangue nero che ristagna. Gli ho chiesto di camminare parecchi minuti, mattina, mezzogiorno e sera.
Prima, non poteva toccare l’alluce destro talmente il dolore era forte, ma adesso può toccarlo senza soffrire troppo.
Aveva fumato per 50 anni e bevuto dell’alcol senza limitarsi.
Aveva mangiato anche del miele per moltissimo tempo, un chilo al mese. Il miele provoca congiuntivite, perdita dei capelli e carie dentarie. Ora, lui non aveva più nessun dente.
Tutti i giorni, provava un piccolo miglioramento.
Il suo peso cadde in principio da 106 chili a 91 chili. Perdeva 800 g ogni due giorni.

ARTERIE STAPPATE
Verso il quattordicesimo giorno del digiuno presso di me, i dolori al piede sinistro erano spariti completamente, e quelli del piede destro diventavano molto leggeri. Ne derivava che le arterie si erano ben stappate e che la circolazione si era ristabilita.
Stappate, sì, ma non al 100%. Dovrà rifare un’altra cura dopo tre mesi.
Al diciassettesimo giorno del digiuno, vedo che tiene i piedi sotto la coperta, mentre prima li teneva all’aria, o li immergeva perfino nell’acqua fredda, perché erano cocenti, gonfi e dolorosi. E’ un progresso enorme.
A mezzanotte, ebbe molto male al mignolo del piede destro, dove si vede una macchia nera. Ciò è durato due ore. E’ una chiamata di sangue a questo luogo colpito, per effettuare delle purificazioni e delle riparazioni.
Ignoro se questo mignolo del piede destro, diventato nero, potrà essere salvato o amputato. Emana un cattivo odore. E’ una necrosi. Quando un dente è cariato, è una necrosi. Diventa nera. Il dentista pulisce la parte nera necrotizzata.
Ora, questo mignolo nero gli fa male ancora quando cammina. E’ un segno che la circolazione continua in questo dito. Se il dolore sparisce in questo dito nero, allora è la necrosi totale e bisognerà procedere alla sua amputazione.
Sua moglie viene a fargli visita e alla vista di questo dito nero piange ininterrottamente. E’ desolante, perché rischia di deprimerlo. Ma meno male che la mia presenza lo riconforta. Farò il rimprovero a suo figlio che mi telefona tutti i giorni.

IL SEGNO DI PERICOLO
Dieci giorni dopo avere interrotto il digiuno, perde un chilo il giorno, ciò che non perdeva durante il digiuno. E’ un cattivo sintomo che denota un certo pericolo interno.
Non ha più la forza di tenersi in piedi, il suo peso cade a 80 chili e mangia solamente una mela e uno yogurt il giorno. Impossibile che mangi di più: non ha fame, dice, e niente passa. Neanche una zuppa. Sono obbligato a dargli un pappagallo affinché urini nel suo letto. Per pesarlo, è una prodezza.
La situazione non poteva durare, perché alla fine di 15 giorni il suo peso sarebbe sceso da 15 chili ed avrebbe pesato 65 chili. Peso accettabile, la sua fame sarebbe ritornata forse, ma non potevo sopportare di vedere questa debolezza estrema, essa stessa segno di pericolo
Allora, io risolsi di dargli del succo di mele, un litro per giorno, preso in quattro grandi bicchieri. Il succo passò bene, senza che potesse bere più di un grande bicchiere per giorno.
Ritornò a casa 12 giorni dopo avere interrotto il digiuno. Non si teneva in piedi e fu molto difficile trasportarlo.
- Gli date tutto ciò che vi chiederà, dico a suo figlio che mi chiedeva che cosa bisognava dargli da mangiare. Purché mangi. Il suo peso era caduto a 80 chili, ciò che era ancora troppo ma le sue forze erano troppo deboli.

LE FLEBOCLISI DOPO IL DIGIUNO
Quando si subiscono delle fleboclisi dopo un digiuno, si mette la propria vita in pericolo, soprattutto se si è vecchi o molto deboli.
Ritornato a casa, dopo alcuni giorni passati da suo figlio in Francia, evacua del sangue nero attraverso l’ano. Sono forse dei polipi senza pericolo che non meritavano il panico.
Se no, un’ulcera perforata, ma i suoi precedenti non lasciavano prevedere ulcera gastrointestinale. In ogni modo, l’emorragia si era fermata con la formazione di un coagulo.
Evidentemente, se l’emorragia avesse continuato e se la tensione arteriosa fosse crollata, l’operazione sarebbe diventata indispensabile per fermare l’emorragia mortale. L’abbassamento di tensione attesta dell’emergenza di questo stato. Ma non era il caso, visto che l’emorragia si era fermata.
Ora, il nostro paziente durante i due giorni che hanno seguito l’evacuazione di sangue nero per le feci, si sentiva molto molto bene. Decisamente troppo, perché era stimolato dal glucosio contenuto nelle fleboclisi.
In breve, sua moglie medico l’obbligò ad andare all’ospedale, senza avvertirmi.
Non bisogna dire mai al medico che si è digiunato, altrimenti vi mette automaticamente sotto fleboclisi. E’ la loro routine medica.
Gli si fecero delle fleboclisi e si pensò di tagliare il suo mignolo del piede destro, dopo una radiografia. Non si parlò più dell’emorragia che era cosa classificata.
Ma sarebbe potuto restare bene a casa sua ed avrebbe potuto salvare la sua vita.
Ahimè! due giorni dopo, la guardia medica lo trovò morte nel suo letto in piena notte, dopo due giorni euforici. I medici sospettarono un cancro. Avete notato che non si parlava più di ulcera?
Ora, avrebbe potuto vivere ben più a lungo senza quelle fleboclisi che hanno esaurito la poca forza che aveva. E’ stato stimolato molto dal glucosio delle fleboclisi, mentre dopo una cura di digiuno il corpo non sopporta nessuna stimolazione, nessun eccesso nutritivo.
Difatti, alla liberazione, nel 1945, i prigionieri francesi in Germania erano ritornati a casa. Tutti quelli che si erano gettati sul cibo di cui erano privati durante parecchi anni di cattività, morirono.
Sono sopravvissuti solamente quelli che si erano nutriti progressivamente. Ho conosciuto alcuni tra questi superstiti che sono venuti a riferirmelo.
Sulla dannosità delle fleboclisi, si studierà l’articolo che tratta di questo argomento. - A. M.

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