RIVISTA N.65 - INTELLIGENZA DELE CELLULE
Ascesso, appendicite, fegato, cisti, cancrena.
La più grande prodezza è la costruzione di un organismo animale complesso a partire da un ovulo microscopico. Pensate, per esempio, alle meraviglie del corpo umano con le sue pulegge e le sue leve per effettuare un lavoro meccanico, i suoi canali per distribuire gli alimenti e per drenare le fogne, i suoi mezzi per regolare la sua temperatura, di adattare le sue azioni e le sue funzioni secondo i diversi ambienti naturali e secondo i suoi bisogni.
Il suo sistema nervoso e i suoi occhi, i suoi orecchi, eccetera, sono delle sorgenti costanti di stupore. Consideriamo la radio come un’invenzione meravigliosa, e lo è in effetti, ma siamo attrezzati tutti di apparecchi ancora più meravigliosi per " mandare " e per " ricevere " che nessun fabbricante di radio potrà mai produrre. Tutte le invenzioni umane hanno i loro prototipi nel corpo animale.
Studiando le meraviglie del corpo, le sue strutture, le sue funzioni, il suo sviluppo, la sua crescita, le sue capacità diverse bisogna tenere in mente che la costruzione e la preservazione di tutte queste cose sono dei fattori interni. Il potere, la forza e l’intelligenza che fanno evolvere il corpo adulto a partire da un ovulo fertilizzato si trovano nel corpo, ne fanno parte ed esercitano un controllo costante ed incessante sulle sue attività.
Che siano una forza intelligente o un’energia cieca, lavorano con determinazione in una complessità strutturale e funzionale. Nello sviluppo e nel mantenimento, nella salute e nella malattia, i movimenti della vita appaiono come guidati da un’intelligenza superiore all’intelligenza cosciente dell’uomo.
Certo, a meno di supporre che alcuna cosa può uscire da niente, che l’intelligenza può uscire da ciò che non ha intelligenza, dobbiamo credere che l’intelligenza cosciente dell’uomo è una parte subordinata a questa intelligenza più vasta che fa evolvere il suo corpo e che è inerente in lui.
Se consideriamo alcune delle prodezze di ingegneria effettuate dal corpo nei casi di ferite e di malattie, siamo colpiti dalla verità dell’osservazione di Sylvester Graham:
In tutte le loro azioni, gli istinti organici si comportano con determinazione e razionalmente, rispetto ad una causa finale benefica, vale a dire il rigetto della causa offensiva.
LA CICATRIZZAZIONE
Per cominciare, vediamo la cicatrizzazione naturale di una ferita o di un graffio. Siamo talmente familiari con questo fenomeno che lo consideriamo come un processo quasi meccanico.
Tuttavia, un esame ci mostra la presenza di quella stessa intelligenza meravigliosa che ha costruito il corpo a partire da un punto microscopico di protoplasma.
Quando la pelle è ferita, il sangue scorre, poi si coagula e forma una crosta impermeabile all’aria. Questa crosta serve a proteggere la ferita e resta molto più tempo secondo il bisogno.
Sotto questa crosta, si produce una cosa meravigliosa. Il sangue è inviato verso la parte ferita in grosse quantità.
I tessuti nervosi e le cellule muscolari, eccetera, da ogni lato della ferita cominciano a moltiplicarsi velocemente e a costruire un ponte cellulare " attraverso la breccia finché le parti separate dalla ferita siano riunite.
Ma non è un processo fatto a caso. Dovunque si vede la presenza direttiva della legge e dell’ordine. Le cellule di recente formate dai vasi sanguigni si uniscono dall’altro lato con le loro sorelle, così che in un modo ordinato e uniforme i canali della circolazione sono ristabiliti.
E nello stesso modo ordinato anche i tessuti connettivi si riuniscono. Con destrezza esattamente come un riparatore ripara una linea elettrica, le cellule nervose riparano la loro linea spezzata. I muscoli e gli altri tessuti sono riparati allo stesso modo. E ciò che è un fatto proprio meraviglioso da osservare, è che nessun errore è fatto in questi tessuti connettivi, perché ogni tessuto è ben connesso con l’altro.
Dopo la cicatrizzazione della ferita, quando una nuova pelle si è formata così che non si ha più bisogno di una crosta protettiva, la Natura la espelle. Finché la crosta è utile, resta fermamente attaccata alla pelle e non è facile strapparla. Ma quando non se ne ha più bisogno, cade da sé stessa per il suo solo peso.
Di quale altra prova abbiamo bisogno per sapere che la stessa forza intelligente che ha costruito il nostro corpo è anche quella che lo sana? Di quale migliore prova abbiamo bisogno per sapere che il processo curativo si avvera nello stesso modo ordinato, con gli stessi mezzi e le stesse funzioni con cui il corpo è costruito, mantenuto e modificato per soddisfare i suoi bisogni attuali?
LA CICATRIZZAZIONE DELLE OSSA
Abbiamo una visione ancora più meravigliosa del modo in cui la Natura effettua il suo lavoro quando osserviamo la cicatrizzazione di un osso scassinato o spezzato. Se un braccio o una gamba sono rotti, la stessa intelligenza meravigliosa che ci ha costruiti a partire da un ovulo verso la maturità si mette immediatamente in marcia per riparare i danni subiti. Una sostanza liquida è secreta e depositata su tutta la superficie dell’osso in ogni direzione del punto di frattura. Questa sezione indurisce velocemente in una sostanza che somiglia all’osso e si attacca fermamente alle due sezioni dell’osso. In attesa che la Natura possa riparare i danni, questo anello osseo forma il supporto principale che permette al membro di essere utilizzato. Con l’aiuto dello stesso processo di moltiplicazione cellulare che abbiamo visto nella cicatrizzazione delle ferite, le estremità dell’osso sono riunite. I canali circolatori sono ristabiliti in questo luogo. E’ allora che l’anello osseo è rammollito e assorbito, salvo una frazione di millimetro vicino al punto della frattura.
IL COLPO DI MARTELLO
Se ricevete un colpo di martello sul dito, avrete una contusione dolorosa. Il sangue scorre sotto la superficie con un’infiammazione e una decolorazione. I tessuti sono aggrovigliati, le cellule sono rotte e parecchie sono uccise. Ma il vostro dito resta sempre così? No. Col tempo, dei nuovi tessuti si formano per sostituire quelli che sono morti. Il sangue e le cellule morte sono portati via dalla corrente sanguigna. L’infiammazione diminuisce, il dolore cessa, la contusione è cicatrizzata ed è dimenticata presto. E’ così che si manifesta ancora l’intelligenza meravigliosa della forza che dirige questo laboratorio che chiamiamo il nostro corpo. Ancora una volta, osserviamo la sua meravigliosa efficacia di operaio.
LA SCHEGGIA SOTTO LA PELLE
Abbiamo una testimonianza simile della forza autocurativa, dell’autoadeguamento e dell’autoriparazione quando una scheggia penetra sotto la nostra pelle. Se non è tolta immediatamente la Natura o la forza vitale mette in azione un meccanismo ad alto rendimento che è un esempio di ingegneria e la toglie al nostro posto. Si forma un dolore e un’infiammazione seguita dalla formazione di pus che scioglie i tessuti verso la superficie del corpo. Il pus aumenta a poco a poco e scappa attraversando infine la pelle per scorrere all’esterno portando con sé la scheggia come un ricordo.
LA FORMAZIONE DI UN ASCESSO
Una prodezza notevole di ingegneria ci è fornita ancora nella formazione degli ascessi. Abitualmente, gli ascessi sono limitati da un muro spesso di tessuti granulati che impedisce all’ascesso di estendersi e al pus di entrare nella circolazione.
L’APPENDICITE
Nell’appendicite, gli anelli intestinali che si formano intorno all’appendice formano delle aderenze utili. Aderiscono insieme e formano una barricata solida contro la propagazione del male. E’ in questo recinto che l’ascesso si forma. Il punto di resistenza più debole è normalmente verso gli intestini così che praticamente in ogni caso, se i medici che toccano tutto non vi interferiscono, l’ascesso scoppia negli intestini e il pus si evacua nelle feci.
Quando si utilizza la borsa di ghiaccio uno o due giorni prima delle operazioni usuali, si nota un rilassamento dello sforzo della Natura per arginare l’appendice e separarla dal resto della cavità addominale. Tuttavia, se non si utilizza la borsa di ghiaccio, si nota la formazione distinta di una diga intorno all’appendice infiammata e cancrenosa nella cavità peritoneale generale. La borsa di ghiaccio interferisce talmente con le operazioni curative e protettrici che un chirurgo notorio ha dichiarato: " ho abbandonato totalmente l’uso della borsa di ghiaccio e nei casi che mi sono portati in cui è stata utilizzata, annuncio sempre in anticipo che mi aspetto di vedere un’appendice cancrenosa e raramente sono sorpreso. Sembra evidente che la borsa non dovrebbe essere utilizzata mai nei casi in cui si sospetta un’appendicite ". La Natura può fare il suo lavoro a proprio modo, e tutto ciò che si fa è solamente ingerenza perniciosa e nefasta.
L’INFIAMMAZIONE ACUTA DEL FEGATO
L’infiammazione acuta del fegato si conclude abitualmente con la risoluzione, ma talvolta si conclude con la suppurazione e la formazione di un ascesso.
L’ASCESSO
Ci sono parecchi canali attraverso cui il pus può essere espulso dal sistema. L’infiammazione può estendersi verso l’alto finché un’aderenza col diaframma sia stabilita. Si forma anzitutto un muro spesso di tessuti cicatriziali intorno all’ascesso. Poi l’ascesso si estende attraverso il diaframma verso i polmoni che aderiscono al diaframma. Il fegato, il diaframma e i polmoni non formano allora che un solo pezzo solido. L’unione stretta di questi organi impedisce al pus di scaricarsi nella cavità peritoneale e pleurale. Un buco è scavato attraverso i polmoni, il pus è scaricato nei bronchi ed esce con la tosse, il che svuota l’ascesso e lascia un buco pulito. Il muro di tessuto cicatriziale intorno all’ascesso si fortifica e si contrae finché non ne rimane finalmente che la cicatrice, che ha chiuso il buco, e il paziente si rimette.
L’ascesso può essere diretto verso il basso o verso il lato del fegato. In questo caso, il processo è lo stesso tranne che il fegato si unisce con lo stomaco, gli intestini o le pareti dell’addome formando delle aderenze prodotte dall’infiammazione. Se aderisce allo stomaco o agli intestini, l’ascesso li perfora e il pus passa nelle feci. Se aderisce alle pareti dell’addome, l’ascesso buca sotto la pelle e il pus è scaricato sulla superficie del corpo. Nei due casi, la cicatrizzazione segue e il paziente si rimette. In certi casi, l’ascesso è scaricato nella cistifellea e passi negli intestini. Si sono visti anche dei casi in cui punta sulla schiena.
Succede negli individui deboli talvolta, che la Natura non possa effettuare le connessioni adatte e il pus finisca allora nella cavità pleurale, procurando un empiema o nella cavità addominale, ciò che dà una peritonite e abitualmente la morte.
- Del Dr Shelton, tradotto da A. M.
LE MERAVIGLIE DEL CORPO UMANO (1)
La più grande prodezza è la costruzione di un organismo animale complesso a partire da un ovulo microscopico. Pensate, per esempio, alle meraviglie del corpo umano con le sue pulegge e le sue leve per effettuare un lavoro meccanico, i suoi canali per distribuire gli alimenti e per drenare le fogne, i suoi mezzi per regolare la sua temperatura, di adattare le sue azioni e le sue funzioni secondo i diversi ambienti naturali e secondo i suoi bisogni.
Il suo sistema nervoso e i suoi occhi, i suoi orecchi, eccetera, sono delle sorgenti costanti di stupore. Consideriamo la radio come un’invenzione meravigliosa, e lo è in effetti, ma siamo attrezzati tutti di apparecchi ancora più meravigliosi per " mandare " e per " ricevere " che nessun fabbricante di radio potrà mai produrre. Tutte le invenzioni umane hanno i loro prototipi nel corpo animale.
Studiando le meraviglie del corpo, le sue strutture, le sue funzioni, il suo sviluppo, la sua crescita, le sue capacità diverse bisogna tenere in mente che la costruzione e la preservazione di tutte queste cose sono dei fattori interni. Il potere, la forza e l’intelligenza che fanno evolvere il corpo adulto a partire da un ovulo fertilizzato si trovano nel corpo, ne fanno parte ed esercitano un controllo costante ed incessante sulle sue attività.
Che siano una forza intelligente o un’energia cieca, lavorano con determinazione in una complessità strutturale e funzionale. Nello sviluppo e nel mantenimento, nella salute e nella malattia, i movimenti della vita appaiono come guidati da un’intelligenza superiore all’intelligenza cosciente dell’uomo.
Certo, a meno di supporre che alcuna cosa può uscire da niente, che l’intelligenza può uscire da ciò che non ha intelligenza, dobbiamo credere che l’intelligenza cosciente dell’uomo è una parte subordinata a questa intelligenza più vasta che fa evolvere il suo corpo e che è inerente in lui.
Se consideriamo alcune delle prodezze di ingegneria effettuate dal corpo nei casi di ferite e di malattie, siamo colpiti dalla verità dell’osservazione di Sylvester Graham:
In tutte le loro azioni, gli istinti organici si comportano con determinazione e razionalmente, rispetto ad una causa finale benefica, vale a dire il rigetto della causa offensiva.
LA CICATRIZZAZIONE
Per cominciare, vediamo la cicatrizzazione naturale di una ferita o di un graffio. Siamo talmente familiari con questo fenomeno che lo consideriamo come un processo quasi meccanico.
Tuttavia, un esame ci mostra la presenza di quella stessa intelligenza meravigliosa che ha costruito il corpo a partire da un punto microscopico di protoplasma.
Quando la pelle è ferita, il sangue scorre, poi si coagula e forma una crosta impermeabile all’aria. Questa crosta serve a proteggere la ferita e resta molto più tempo secondo il bisogno.
Sotto questa crosta, si produce una cosa meravigliosa. Il sangue è inviato verso la parte ferita in grosse quantità.
I tessuti nervosi e le cellule muscolari, eccetera, da ogni lato della ferita cominciano a moltiplicarsi velocemente e a costruire un ponte cellulare " attraverso la breccia finché le parti separate dalla ferita siano riunite.
Ma non è un processo fatto a caso. Dovunque si vede la presenza direttiva della legge e dell’ordine. Le cellule di recente formate dai vasi sanguigni si uniscono dall’altro lato con le loro sorelle, così che in un modo ordinato e uniforme i canali della circolazione sono ristabiliti.
E nello stesso modo ordinato anche i tessuti connettivi si riuniscono. Con destrezza esattamente come un riparatore ripara una linea elettrica, le cellule nervose riparano la loro linea spezzata. I muscoli e gli altri tessuti sono riparati allo stesso modo. E ciò che è un fatto proprio meraviglioso da osservare, è che nessun errore è fatto in questi tessuti connettivi, perché ogni tessuto è ben connesso con l’altro.
Dopo la cicatrizzazione della ferita, quando una nuova pelle si è formata così che non si ha più bisogno di una crosta protettiva, la Natura la espelle. Finché la crosta è utile, resta fermamente attaccata alla pelle e non è facile strapparla. Ma quando non se ne ha più bisogno, cade da sé stessa per il suo solo peso.
Di quale altra prova abbiamo bisogno per sapere che la stessa forza intelligente che ha costruito il nostro corpo è anche quella che lo sana? Di quale migliore prova abbiamo bisogno per sapere che il processo curativo si avvera nello stesso modo ordinato, con gli stessi mezzi e le stesse funzioni con cui il corpo è costruito, mantenuto e modificato per soddisfare i suoi bisogni attuali?
LA CICATRIZZAZIONE DELLE OSSA
Abbiamo una visione ancora più meravigliosa del modo in cui la Natura effettua il suo lavoro quando osserviamo la cicatrizzazione di un osso scassinato o spezzato. Se un braccio o una gamba sono rotti, la stessa intelligenza meravigliosa che ci ha costruiti a partire da un ovulo verso la maturità si mette immediatamente in marcia per riparare i danni subiti. Una sostanza liquida è secreta e depositata su tutta la superficie dell’osso in ogni direzione del punto di frattura. Questa sezione indurisce velocemente in una sostanza che somiglia all’osso e si attacca fermamente alle due sezioni dell’osso. In attesa che la Natura possa riparare i danni, questo anello osseo forma il supporto principale che permette al membro di essere utilizzato. Con l’aiuto dello stesso processo di moltiplicazione cellulare che abbiamo visto nella cicatrizzazione delle ferite, le estremità dell’osso sono riunite. I canali circolatori sono ristabiliti in questo luogo. E’ allora che l’anello osseo è rammollito e assorbito, salvo una frazione di millimetro vicino al punto della frattura.
IL COLPO DI MARTELLO
Se ricevete un colpo di martello sul dito, avrete una contusione dolorosa. Il sangue scorre sotto la superficie con un’infiammazione e una decolorazione. I tessuti sono aggrovigliati, le cellule sono rotte e parecchie sono uccise. Ma il vostro dito resta sempre così? No. Col tempo, dei nuovi tessuti si formano per sostituire quelli che sono morti. Il sangue e le cellule morte sono portati via dalla corrente sanguigna. L’infiammazione diminuisce, il dolore cessa, la contusione è cicatrizzata ed è dimenticata presto. E’ così che si manifesta ancora l’intelligenza meravigliosa della forza che dirige questo laboratorio che chiamiamo il nostro corpo. Ancora una volta, osserviamo la sua meravigliosa efficacia di operaio.
LA SCHEGGIA SOTTO LA PELLE
Abbiamo una testimonianza simile della forza autocurativa, dell’autoadeguamento e dell’autoriparazione quando una scheggia penetra sotto la nostra pelle. Se non è tolta immediatamente la Natura o la forza vitale mette in azione un meccanismo ad alto rendimento che è un esempio di ingegneria e la toglie al nostro posto. Si forma un dolore e un’infiammazione seguita dalla formazione di pus che scioglie i tessuti verso la superficie del corpo. Il pus aumenta a poco a poco e scappa attraversando infine la pelle per scorrere all’esterno portando con sé la scheggia come un ricordo.
LA FORMAZIONE DI UN ASCESSO
Una prodezza notevole di ingegneria ci è fornita ancora nella formazione degli ascessi. Abitualmente, gli ascessi sono limitati da un muro spesso di tessuti granulati che impedisce all’ascesso di estendersi e al pus di entrare nella circolazione.
L’APPENDICITE
Nell’appendicite, gli anelli intestinali che si formano intorno all’appendice formano delle aderenze utili. Aderiscono insieme e formano una barricata solida contro la propagazione del male. E’ in questo recinto che l’ascesso si forma. Il punto di resistenza più debole è normalmente verso gli intestini così che praticamente in ogni caso, se i medici che toccano tutto non vi interferiscono, l’ascesso scoppia negli intestini e il pus si evacua nelle feci.
Quando si utilizza la borsa di ghiaccio uno o due giorni prima delle operazioni usuali, si nota un rilassamento dello sforzo della Natura per arginare l’appendice e separarla dal resto della cavità addominale. Tuttavia, se non si utilizza la borsa di ghiaccio, si nota la formazione distinta di una diga intorno all’appendice infiammata e cancrenosa nella cavità peritoneale generale. La borsa di ghiaccio interferisce talmente con le operazioni curative e protettrici che un chirurgo notorio ha dichiarato: " ho abbandonato totalmente l’uso della borsa di ghiaccio e nei casi che mi sono portati in cui è stata utilizzata, annuncio sempre in anticipo che mi aspetto di vedere un’appendice cancrenosa e raramente sono sorpreso. Sembra evidente che la borsa non dovrebbe essere utilizzata mai nei casi in cui si sospetta un’appendicite ". La Natura può fare il suo lavoro a proprio modo, e tutto ciò che si fa è solamente ingerenza perniciosa e nefasta.
L’INFIAMMAZIONE ACUTA DEL FEGATO
L’infiammazione acuta del fegato si conclude abitualmente con la risoluzione, ma talvolta si conclude con la suppurazione e la formazione di un ascesso.
L’ASCESSO
Ci sono parecchi canali attraverso cui il pus può essere espulso dal sistema. L’infiammazione può estendersi verso l’alto finché un’aderenza col diaframma sia stabilita. Si forma anzitutto un muro spesso di tessuti cicatriziali intorno all’ascesso. Poi l’ascesso si estende attraverso il diaframma verso i polmoni che aderiscono al diaframma. Il fegato, il diaframma e i polmoni non formano allora che un solo pezzo solido. L’unione stretta di questi organi impedisce al pus di scaricarsi nella cavità peritoneale e pleurale. Un buco è scavato attraverso i polmoni, il pus è scaricato nei bronchi ed esce con la tosse, il che svuota l’ascesso e lascia un buco pulito. Il muro di tessuto cicatriziale intorno all’ascesso si fortifica e si contrae finché non ne rimane finalmente che la cicatrice, che ha chiuso il buco, e il paziente si rimette.
L’ascesso può essere diretto verso il basso o verso il lato del fegato. In questo caso, il processo è lo stesso tranne che il fegato si unisce con lo stomaco, gli intestini o le pareti dell’addome formando delle aderenze prodotte dall’infiammazione. Se aderisce allo stomaco o agli intestini, l’ascesso li perfora e il pus passa nelle feci. Se aderisce alle pareti dell’addome, l’ascesso buca sotto la pelle e il pus è scaricato sulla superficie del corpo. Nei due casi, la cicatrizzazione segue e il paziente si rimette. In certi casi, l’ascesso è scaricato nella cistifellea e passi negli intestini. Si sono visti anche dei casi in cui punta sulla schiena.
Succede negli individui deboli talvolta, che la Natura non possa effettuare le connessioni adatte e il pus finisca allora nella cavità pleurale, procurando un empiema o nella cavità addominale, ciò che dà una peritonite e abitualmente la morte.
- Del Dr Shelton, tradotto da A. M.
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